I benefici del pane al carbone vegetale
Il carbone vegetale è conosciuto sin dalle dinastie egizie risalenti al 1550 a.C., e fu un elemento importante per la salute intestinale da allora fino ai giorni nostri. Le prime ricerche chimiche però risalgono al XVIII secolo, dove venivano studiate le sue caratteristiche e proprietà benefiche, compresa l’assorbenza di altre sostanze. Questa capacità, scientificamente chiamata “adsorbimento” data dalla sua particolare porosità simile a una spugna, consente al carbone di catturare diverse molecole che si presentano nel suo raggio d’azione, consentendogli di avere fini coadiuvanti per tutto l’apparato digerente e disturbi annessi. E’ inoltre una sostanza ipocolesterolemica, perchè dopo 1 mese di trattamento è stato riscontrato un calo del 25% del colesterolo, ed un antidoto contro gli avvelenamenti. Estratto dalla torba o dal legno (di pino, betulla, faggio, pioppo o salice), dopo la sua carbonizzazione e attivazione (tramite aria, vapore acqueo o gas) viene prodotto per l’uso comune sotto forma di capsule, polvere o granuli. (acquistalo qui)
Grazie anche alla tradizione erboristica e le sue ricerche, tra le innumerevoli proprietà positive del carbone vegetale, sono ricordate soprattutto l’assorbimento e la conseguente distruzione di virus, tossine, batteri, sostanze e metalli dannosi (è utile quindi contro la stragrande maggioranza delle sostanze inorganiche ed organiche), e provvede all’eliminazione del gonfiore addominale alleviando anche le infiammazioni date da gastriti, fermentazioni anomale, coliti, aerofagie, intestino irritabile eccetera: disinfetta e disintossica così il sangue, le cellule, i tessuti ed il sistema digerente. Il suo uso più frequente e conosciuto è quello di stimolatore la digestione grazie alla sua composizione di sali minerali basici, quando nel frattempo fa molto di più: assorbe l’acidità gastrica ed i gas gastroenterici, curando in via preventiva anche diarrea, meteorismo e flatulenza.
A fronte di queste caratteristiche, il carbone vegetale è anche utilizzato durante alcuni esami medici per assorbire i gas intestinali che ne ostacolerebbero l’esecuzione. I benefici dati dal carbone non sono del tutto conosciuti e spesso sottovalutati: partendo dal classico contrasto ai disturbi digestivi di cui si è parlato, si hanno anche effetti dimagranti, occupandosi dei cibi non digeriti nel migliore dei modi e assimilando i gasi residui ingeriti durante i pasti (curando, in questo modo, anche l’alitosi); si va poi a considerare una serie di proprietà benefiche per tutto il nostro corpo, dalla testa (dai dolori dell’emicrania al bruciore degli occhi, dalla tosse ai denti sensibili alla bellezza e salute di viso, capelli, etc.) al sistema respiratorio (valido aiuto contro la pertosse, conati di vomito, raucedine, etc.) a quello endocrino-riproduttivo (contrasta ciclo mestruale abbondante, prurito nelle parti intime femminili e maschili, bruciore di defecazione, etc.).
Il carbone attivo, essendo un elemento naturale, va assunto periodicamente e per un medio-lungo periodo: i metodi omeopatici automedicazione necessitano di tempi più lunghi per compiere efficacemente la loro funzione. Nonostante la sua natura e le sue proprietà antitossiche, anche il carbone vegetale è superfluo o addirittura controindicato in determinate circostanze: in caso di gravidanza, appendicite od ostruzioni intestinali è assolutamente da evitare; invece perde la sua efficacia di antiveleno generico se non viene somministrato entro un’ora (dall’ingestione di sostanze tossiche): l’azione chimica di cianuro, alcool etilico, acidi, ferro e qualsivoglia prodotto tossico non viene contrastata a sufficienza poichè il carbone non riuscirà ad attenuare in tempo i danni all’organismo. [SCOPRI 10 CIBI PER AVERE CAPELLI SANI E FORTI]
Bisogna ricordare inoltre che proprio le capacità di assorbenza del carbone vegetale attivo permettono di distruggere i principi attivi di moltissimi farmaci (compresi i contraccettivi orali): perciò in caso di cure questi si devono assumere almeno 30 minuti prima oppure dopo due ore; questo permetterà la corretta assimilazione dei medicinali e di poter comunque usare senza particolari controindicazioni il carbone attivo.
Curiosamente, non è solo l’uomo a farne uso da millenni: alcuni ricercatori hanno documentato e studiato alcune specie di scimmie (in particolare le Red Colobus), che recuperano legna carbonizzata nelle foreste danneggiate (anche minimamente) da incendi. Questi animali sono soliti nutrirsi di mango, un frutto ricco di proteine difficili da digerire: il loro istinto le ha, così, sempre portate a trovare carbone vegetale da accompagnare al pasto per consentire un più facile transito intestinale.